VILLA CAPRILE

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Il Progetto Percorso Storico Monumentale, ideato e promosso dalla Prof.ssa Chiara Fiorucci, Vicepreside dell’Istituto, è stato realizzato grazie alla collaborazione del Prof. Andrea Talevi, responsabile del Progetto e di diversi docenti dell’Istituto tra cui il Prof. Alessandro Fabbri per i rilievi topografici dei Bunker.

“Il Colle San Bartolo che a partire dalla seconda metà del XV sec. fu scelto come luogo di villeggiatura, tra il 1934-1944 divenne il cardine orientale della Linea Gotica.Villa Caprile fu scelta come sede del Comando tedesco, dove appunto sono ancora riconoscibili ben 5 strutture difensive costruite dai tedeschi.

PLANIMETRIA BUNKER

Si provvederà al recupero/restauro dei bunker, non più di 2 o 3, quelli di minor impatto paesaggistico e meglio posizionati (numeri 1, 2 e 3 delle planimetrie d’Insieme allegate alla presente relazione), degli almeno 5 finora localizzati ed il loro inserimento in un percorso di visita, dedicato sia alle scolaresche sia ai numerosi turisti che d’estate giungono a Pesaro, amplierebbe il patrimonio storico e culturale ed andrebbe ad arricchire, in modo significativo, l’offerta culturale e turistica di Villa Caprile.

BUNKER N°1

Si tratta probabilmente di un avamposto di osservazione a due camere delle dimensioni di m.4.5 x 3.55 poteva ospitare un cannone e almeno 5 persone, in posizione defilata e ai piedi di un grande cedro del libano (imponente come dimensioni, data la crescita veloce di questa pianta, ma di età inferiore ai 60 anni), l’albero è stato quasi sicuramente piantato dopo la guerra e dopo la copertura del bunker con terra per permettere quanto prima il ritorno alla vita dell’azienda agraria e della scuola), il recupero del bunker deve assolutamente mantenere intatto l’albero.

Il Bunker si trova comunque in una posizione in cui sarebbe facile lo scavo, e successivamente l’accesso e la delimitazione dell’area museale e di visita, non visibile né dalla Villa né dal piano strada.

BUNKER N°3

I primi tobruk erano costituiti da bidoni metallici sotterrati nella terra o nella sabbia. Questi ripari offrivano al soldato una leggera protezione dai piccoli calibri e dalle schegge. Successivamente queste postazioni si evolsero diventando piccole strutture, a volte prefabbricate ,in calcestruzzo con un pozzo al livello del terreno. Nella loro evoluzione i tobruk vennero poi strutturati per assicurare protezione anche da calibri maggiori, grazie a corazzature che resistevano fino a calibri di 50mm.

In seguito i tobruk vennero usati anche per ospitare torrette di carri armati, costituendo un anticipo delle ben note torrette. È noto un esempio di tobruk armato con la torretta di un carro panther V.

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